Cenni Storici

StoriaLa storia dell’osteopatia è strettamente collegata, nelle sue fasi iniziali, alla vita di Still.
La “data di nascita” dell’osteopatia è il 22 giugno del 1874, quando Still dichiara di sventolare la bandiera dell’osteopatia e ne enuncia i principi.
Nel 1892 fonda la prima scuola.
La storia dell’osteopatia è contrassegnata dal continuo sviluppo teorico e tecnico, sia per l’evoluzione delle conoscenze neurofisiologiche, sia per le sperimentazioni di alcuni osteopati sulle varie possibilità di correggere le lesioni osteopatiche (le limitazioni di movimento delle articolazioni). Questo ha anche portato allo sviluppo di diverse metodologie di approccio al paziente e modi differenti di interpretare il messaggio di Still. Alcuni hanno dato più importanza all’aspetto articolare basando in questo senso il tipo di trattamento, altri si sono orientati anche in altre direzioni (fasce connettivo, cranio, visceri, fluidi, etc…).
Questo, se da un lato ha creato incomprensioni all’interno del mondo osteopatico, dall’altro ha reso ancora più affascinante la materia.
Il caso più eclatante è la teoria del meccanismo respiratorio primario e del movimento delle ossa craniche, elaborati all’inizio del XX secolo da William Garner Sutherland, allievo di Still. Sutherland applicò le teorie dell’osteopatia al campo cranico basandosi sull’intuizione che le suture delle ossa craniche fossero conformate in modo da permettere un movimento minimo, simile a quello delle ruote dentate di un finissimo ingranaggio, non percepibile visivamente.
Citare tutti gli osteopati che hanno dato un contributo alla crescita dell’osteopatia sarebbe impossibile, ma oltre a Sutherland altri hanno aperto strade fino ad allora sconosciute o poco approfondite, come ad esempio Mitchell, Jones, Jealous, Barral, Tricot.



L’osteopatia in Europa.


I primi osteopati arrivarono in Gran Bretagna agli inizi del XX secolo, creando la British Osteopathic Association nel 1911.
Nel 1917 un allievo di Still, John Martin Littlejohn, fondò la British School of Osteopathy, alla quale hanno fatto seguito altre scuole come il London College of Osteopathic Medicine e la European School of Osteopathy in Maidstone. Già nel 1931 ci fu una proposta di legge per il riconoscimento ufficiale dell’osteopatia in Gran Bretagna, ma fu bocciato. Sono occorsi vari tentativi e alcuni decenni per ottenere il riconoscimento, arrivato nel 1993.
Nel 1965 Thomas Schooley, Harold I. Magoun e Viola M. Frymann, allievi diretti di Sutherland, hanno tenuto il primo corso di osteopatia in ambito craniale a Parigi. Fra gli allievi, Francis Peyralade e Bernard Barillon, due fra i più famosi osteopati francesi. Recentemente l’osteopatia è stata riconosciuta anche in Francia.
Soprattutto in Francia sono state poste le basi per la diffusione dell’osteopatia in altri paesi europei, fra i quali, negli anni ottanta, l’Italia. Dalle iniziali due scuole, siamo passati alle nove attuali, più tre scuole a tempo pieno.
I primi diplomati hanno costituito nel 1989 il Registro degli Osteopati Italiani.


Notizie riportate dal sito www.roi.it
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Come si svolge il primo incontro?


1)  "L'Intervista"
La prima seduta inizia sempre con una lunga chiacchierata con i pazienti, durante la quale cerco di presentarmi ed anche un po' di conoscere la persona che ho di fronte.


Dopo essermi fatto spiegare dettagliatamente i sintomi e la natura dei disturbi che li hanno portati a rivolgersi a me, attraverso una  serie di domande, vengono toccati molti àmbiti e ed aspetti della vita dei pz: attività professionale, traumi ed incidenti, interventi chirurgici, abitudini alimentari, funzionalità gastro-intestinale, disturbi cronici, situazione emozionale attuale (rabbia, stress, depressione, paure), eventuali patologie recenti o passate, hobbies.


Gli esami strumentali

Altro passo molto importante, è la valutazione degli esami strumentali, che mi guidano
nel processo di inquadramento della patologia.







Risonanza magnatica del tratto cervicale, che mostra un'ernia C5-C6, cioè tra la quinta e la sesta vertebra cervicale.













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Risonanza magnetica che mostra ernia espulsa L3-L4, cioè tra la terza e la quarta vertebra lombare.










Solitamente un buona radiografia è un ottimo punto di partenza, che può essere integrata da una risonanza magnetica, per ulteriori approfondimenti.





2) "L'osservazione"
La seduta prosegue con la parte pratica, passando quindi all'osservazione: i pazienti vengono fatti spogliare, affinchè sia possibile vedere come stanno in piedi (postura), come si muovono (mobilità), e come il movimento si manifesti nella colonna vertebrale ed in tutti gli altri distretti anatomici.



3) "Tests"
Il passo successivo consiste nell'effettuare una serie di specifica di tests attivi e passivi, per appurare se ci siano possibili controindicazioni al trattamento. I tests sono di tipo neurologico (sistema nervoso), vascolare (apparato circolatorio) e meccanico/articolare (sistema muscolo-scheletrico).


Test di flessione della colonna




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Test di mobilità della flessione laterale







La rigidità

Particolare attenzione viene rivolta all'elasticità/mobilità globale dei pazienti, relativamente allo "stato di salute" delle catene muscolari, così chiamate in quanto composte dal susseguirsi di muscoli diversi e distinti, ma anatomicamente e funzionalmente in continuità, proprio come le maglie di una catena, infatti dove ne termina uno, ne riparte un altro, come esemplificato nell'immagine seguente.




catenamusc



La catena muscolare posteriore    





Se durante la visita non emergono controindicazioni al trattamento   (bandiere rosse), a questo punto si può passare alla parte pratica,  che consiste unicamente di una serie di manipolazioni e tecniche di terapia manuale, non dolorose e non pericolose.